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FEDEGARI CONTRIBUISCE ALLA STESURA DELLE GMP
24 Ottobre 2016
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INDUSTRY 4.0: UN CUORE TECNOLOGICO …
16 Giugno 2017

SVOLTA TECNOLOGICA – TECN’È INTERVISTA GIUSEPPE FEDEGARI

Fedegari è un gruppo con sedi e clienti in tutto il mondo che produce sistemi per la sterilizzazione e decontaminazione, pensati essenzialmente per il settore farmaceutico. L’azienda è stata protagonista negli ultimi anni di un cambiamento di impostazione, da un’organizzazione tradizionale ad Industry 4.0, sia per quanto riguarda il prodotto che la struttura interna.

di Riccardo OldaniRivista Tecn’è, Gennaio 2017

Fratelli_fedegari

Si può, nel giro di pochi anni, trasformare un’impresa tradizionale e “monoprodotto” in un gioiello tecnologico, capace di fornire soluzioni, e non più soltanto sterilizzatori e macchinari, su un mercato globale e in un’ottica Industry 4.0?

Guardando alla trasformazione di Fedegari, azienda-gioiello di Albuzzano, vicino a Pavia, sembra proprio di sì. Lo racconta Giuseppe Fedegari, titolare insieme al fratello Paolo e presidente di un gruppo che oggi conta 8 società, ma che fino a 10 anni fa “era un’impresa concentrata esclusivamente sullo sviluppo e sulla produzione di autoclavi per la sterilizzazione destinate all’industria farmaceutica. Poi c’è stata la svolta, iniziata con l’acquisto di un’azienda produttrice di macchine per la decontaminazione chimica, complementari alle nostre”. Da quel momento sono cambiate le prospettive. “Ci siamo trovati – dice Fedegari – con la necessità di integrare tra loro tipologie di macchine e processi diversi. Un cambiamento che ci ha spinti a un salto culturale: uscire dall’ottica della produzione di macchine stand-alone per passare alla proposta di soluzioni personalizzate”.

La svolta dell’innovazione

Il destinatario principale dei sistemi Fedegari restano le industrie farmaceutiche, ma il nuovo approccio ha comportato una profonda trasformazione organizzativa all’interno dell’azienda, tuttora in corso. Uno dei primi passi è stato uscire dal solco della tradizione, dal concetto del “si è sempre fatto così”, per dar vita a soluzioni innovative e ibride, come per esempio una macchina che unisce il lavaggio e la sterilizzazione, “la prima e unica sul mercato – dice Fedegari – che lava, sterilizza, decontamina e asciuga in un unico processo diversi materiali impiegati nelle produzioni farmaceutiche”. Concetto che poi è stato esteso anche al trattamento delle chiusure elastomeriche usate per il packaging di farmaci, realizzato da un’altra innovativa macchina di Fedegari. Ma questi sono solo due esempi del livello di innovazione portato dall’azienda pavese nel settore.

Fase 2: cooperazione

L’introduzione di sistemi in grado di eseguire processi innovativi in ambito farmaceutico (ma anche per il settore alimentare e per i laboratori) ha determinato poi quella che Fedegari definisce “la fase 2 di rinnovamento dell’azienda, che ci ha portato ad aprire sedi internazionali, come per esempio quella di Singapore o degli Stati Uniti, in cui lavoriamo a stretto contatto con i clienti”. Nella sede statunitense, a Sellersville in Pennsylvania, l’azienda ha per esempio inaugurato, nell’ottobre 2015, un Technology Center che lo stesso presidente ha definito “un luogo di innovazione, cooperazione e apprendimento”. Come avviene questa collaborazione con il cliente? “Se un tempo – dice ancora Fedegari – ci preoccupavamo essenzialmente della vendita e attività di post-vendita del prodotto, ora che sviluppiamo anche nuovi processi dobbiamo proporci in modo funzionale alle esigenze delle aziende che serviamo. Da un lato, quindi, dobbiamo capire esattamente le loro necessità, dall’altro dobbiamo convincerle della affidabilità delle nostre soluzioni e della necessità di inserirle nel loro processo produttivo. Poi, una volta presa la commessa, dobbiamo anche pensare alla formazione del personale che utilizzerà i nostri sistemi. Il tutto non potrebbe avvenire se non creassimo un vero rapporto di fiducia con i nostri clienti”. Aspetto indispensabile per un gruppo che lega all’export tra l’85% e il 90% del proprio fatturato.

Verso l’Industry 4.0

Da qui all’Industry 4.0 il passo è breve. Spiega ancora Fedegari: “Dal momento in cui tutti i nostri sistemi sono prodotti su commessa e altamente personalizzati, e per di più per un settore estremamente esigente e tecnologico come il farmaceutico, abbiamo dovuto pensare anche a come integrarli in processi altamente informatizzati, in cui la tracciabilità di ogni singolo medicinale prodotto è un’esigenza inderogabile. Abbiamo quindi cominciato ad avvicinarci ai concetti dell’Industry 4.0 per implementarli sui nostri prodotti. Solo in un secondo momento, cioè ora, abbiamo cominciato a ripensare anche la nostra struttura produttiva”.

L’azienda sta completando un ampliamento dell’officina di 3.500 metri quadri, attrezzata con nuovi macchinari, in particolare fresalesatrici e nuovi sistemi automatizzati. Il rinnovamento sul fronte dell’automazione non ha impedito comunque una crescita dell’organico, che in pochi anni è passato da un centinaio di addetti agli attuali 430, per un giro d’affari annuo che nel 2016 si aggira sui 62 milioni. “Il rapporto tra fatturato e dipendenti potrebbe sembrare basso – osserva Fedegari – ma in realtà per noi il personale è la prima risorsa: abbiamo bisogno di collaboratori che contribuiscano in ogni fase a innovare e migliorare il prodotto”. In questo modo si realizza una sorta di innovazione permanente e ogni addetto viene coinvolto nell’attività di ricerca e sviluppo, che diventa quindi organica all’attività dell’azienda e non soltanto una sua parte.

Potenziale illimitato

In particolare Fedegari ha sviluppato sistemi per raccogliere e analizzare tutti i “segnali” provenienti dalle proprie macchine installate nel mondo, in un’ottica di manutenzione preventiva e, in prospettiva, anche predittiva. L’obiettivo, entro la fine del 2017, è di creare un sistema cloud per la raccolta e l’analisi dei dati, per cui l’azienda sta sviluppando un proprio software, e anche per guidare la manutenzione a distanza, utilizzando soluzioni di realtà aumentata fruibili attraverso tablet o smartphone dagli addetti sul posto, che non necessariamente devono essere tecnici specializzati dell’azienda pavese. Tutto è realizzato in autonomia, con qualche collaborazione con aziende specializzate, per esempio per quanto riguarda l’integrazione di robot, introdotti da Fedegari anche all’interno di speciali celle per il riempimento di farmaci iniettabili. In questa realizzazione è stato impiegato un braccio robotico Kawasaki, completamente in acciaio inox, “l’unico al mondo progettato espressamente per operare in una camera bianca”, spiega Fedegari.

Ora il programma di trasformazione continua, sia in sede, con particolare attenzione alla formazione del personale, sia all’estero, dove è in programma l’apertura di un terzo Technology Center a Singapore. “Mai come ora – conclude Fedegari – abbiamo vissuto un momento così ricco di potenziale di crescita, in un mercato che è sempre più interessato alla nostro approcio. L’obiettivo è sfruttare questa opportunità al meglio”.

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