FEDEGARI RICEVE IL COMITATO SCIENTIFICO …
21 Luglio 2017
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FEDEGARI SUL PALCO DI CONFINDUSTRIA
10 Novembre 2017

È MADE IN PAVIA L’AUTOCLAVE HI-TECH

Un tubo, alto tre metri e lungo 15. Ma semplificare sarebbe un errore, perché la maxi-struttura in spedizione è in realtà un gioiello dell’hi-tech made in Italy. Un macchinario di sterilizzazione dove ogni punto di saldatura è analizzato ai raggi X per valutare eventuali imperfezioni, dove le pareti devono presentare rugosità inferiori al micron, dove i calcoli ingegneristici devono prevedere con precisione assoluta le dilatazioni dell’acciaio alle temperature di esercizio richieste. Anche grazie a questa commessa da otto milioni in partenza per gli Stati Uniti, Fedegari raggiunge il nuovo record di ricavi, superando a fine anno i 65 milioni di euro, più del doppio rispetto al 2009.

di Luca Orlando , IlSole24Ore

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Una crescita costruita in una nicchia globale, autoclavi per l’industria farmaceutica, settore in cui il gruppo pavese ha raggiunto una posizione di leadership su scala mondiale. Conquistata soprattutto grazie alla tecnologia. «È un settore che richiede altissimi standard di qualità – spiega il presidente Giuseppe Fedegari – ma che fortunatamente è in grado di remunerare in modo adeguato gli sviluppi tecnologici. Dove noi continuiamo ad investire, per stare un passo avanti rispetto alla concorrenza». Gli investimenti del 2017 sono nell’ordine dei dieci milioni, tra nuovi macchinari di fresatura e di lavorazione lamiera, magazzini automatici, software e ampliamenti per nuovi uffici. In un impianto costellato di pannelli “lean”, impianti connessi, strumenti di test e misura. A terra, nemmeno un grano di polvere. «Parliamoci chiaro – aggiunge Fedegari -, in termini di rigore, ordine e tecnologia l’immagine dell’Italia presso gli stranieri non è al top, si pensa sempre che i tedeschi siano superiori. Ma è un errore e quando i clienti vengono a visitarci devono rendersi conto che sono loro a sbagliarsi. Del resto, i siti dei nostri concorrenti tedeschi li abbiamo visti. E la conclusione è che li lasciamo indietro».

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L’azienda, nata nel 1953 come piccola realtà artigiana, a partire dagli anni ’60 decide di concentrarsi nella nicchia degli sterilizzatori destinati all’industria farmaceutica, puntando su un modello di business “verticale”, che dalla progettazione al prodotto finito sviluppa internamente le principali attività. Modello che ha consentito all’azienda di ritagliarsi uno spazio nel mercato globale. «In termini di crescita organica – aggiunge l’imprenditore – il target di medio termine è arrivare a 100 milioni di ricavi. Anche se in realtà ci stiamo guardando intorno per valutare possibili acquisizioni». Le risorse per farlo non mancano, con una liquidità superiore ai 23 milioni di euro e una patrimonializzazione robusta (i mezzi propri valgono la metà del capitale investito), risultato di anni di reinvestimento totale degli utili in azienda, dal 2012 ben 22 milioni.

«Negli ultimi 30 anni – aggiunge Fedegari – forse avremo distribuito dividendi due o tre volte. I soldi restano qui da sempre, siamo convinti che solo così ci si possa concentrare al meglio sul lavoro: se l’imprenditore sfrutta l’azienda per accumulare ricchezza significa che sta distogliendo la propria attenzione dall’attività». Che per l’azienda si sposta sempre più verso progetti di maggiori dimensioni altamente customizzati, che prevedono non solo la costruzione di autoclavi ma anche di impianti automatici di asservimento, fornendo al cliente soluzioni chiavi in mano. Il gruppo oggi supera i 450 addetti (oltre 100 aggiunti dal 2012) , che lieviteranno ancora il prossimo anno, alla luce delle nuove commesse acquisite.

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