“Spero che gli sforzi per rendere il Paese più competitivo aumentino: senza industria non c’è lavoro. Spero che lo Stato ci semplifichi la vita, ci lasci più tempo da dedicare al nostro lavoro e meno alla burocrazia. Ci lasci più fondi per gli investimenti. Che si decida a fare interventi strutturali. Al resto ci pensiamo noi”. Paolo Fedegari, amministratore delegato di Fedegari Group, è stato chiamato a portare la propria testimonianza, unica a livello nazionale, nell’ambito della presentazione del rapporto sugli Scenari Industriali, documento annuale sulle tendenze di cambiamento del sistema industriale, che si è tenuto mercoledì mattina al Centro Studi di Confindustria Roma.
Alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e del vicepresidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, quest’ultimo già ospite dello stabilimento Fedegari ad Albuzzano, dove Confindustria Pavia ha organizzato quest’anno la sua Assemblea Generale, lo scorso 16 Ottobre.
Il Centro Studi Confindustria ha poi deciso di presentare la Fedegari come esempio di impresa che investe in Industria 4.0. Un’eccellenza che produce macchinari prevalentemente destinati all’industria farmaceutica, frutto di una continua innovazione nel campo delle tecnologie per la sterilizzazione.“Fedegari Group nasce 10 anni fa – racconta l’AD Paolo Fedegari – dalla necessità di espansione ed internazionalizzazione di Fedegari Autoclavi Spa, azienda fondata da mio padre e mio zio nel 1953 e fin da subito specializzata nella produzione di autoclavi di sterilizzazione per l’industria farmaceutica. Allora papà faceva il lattoniere e, stufo di lavorare “sotto padrone”, si mette in proprio con suo fratello: sta lavorando in un ospedale, vede un’autoclave e si dice “io la posso fare meglio”, e così ha fatto. Questo è lo spirito che caratterizza la nostra azienda ancora oggi”.Oggi il gruppo conta circa 480 persone, con un fatturato di 63 milioni di euro. Tre sedi produttive, due nel Pavese e una in Svizzera, ma filiali estere anche a Monaco di Baviera, Sellersville (Usa) e Singapore. E nel 2017 ha aperto un ufficio anche a Shanghai. “Noi non abbiamo mai delocalizzato la produzione – precisa Paolo Fedegari – abbiamo sempre investito nel nostro stabilimento di Pavia. Spostare la produzione per risparmiare sul costo del lavoro, per un’azienda che produce macchine su commessa altamente tecnologiche, non è una soluzione valida a lungo termine”.
Stefano Zanette