È stato confronto aperto e ricco di spunti di riflessione quello tra i candidati alle elezioni del Rettore dell’Università di Pavia per il sessennio 2025-2031, che si è tenuto il 27 maggio nella sala conferenze di Fedegari, con focus sulla collaborazione tra l’Università di Pavia e le imprese, fondamentale per il rilancio del territorio e per la creazione di un ecosistema di innovazione sostenibile.
Al dibattito hanno partecipato Silvia Figini, docente di Statistica presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, e Stefano Sibilla, docente di Idraulica al DICAr – Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura. Assente per precedenti impegni, Alessandro Reali ha inviato un suo breve intervento scritto.
A introdurre l’incontro, il presidente Giuseppe Fedegari: “Per Fedegari è sempre stato centrale il tema delle conoscenze. Perché è grazie allo sviluppo delle conoscenze e alla capacità di attirare a Pavia i migliori talenti che le imprese possono davvero fare la differenza. La formazione e la ricerca di eccellenza è quello che oggi ci consente di sviluppare soluzioni innovative, in grado di competere con i grandi player del mercato. Ci piace pensare a Fedegari come una comunità fondata sulla cultura e sul sapere scientifico e tecnico, capace di anticipare i tempi e di mettere le migliori soluzioni a disposizione delle persone – cosa che nel settore farmaceutico spesso significa lavorare per contribuire a salvare tante vite umane”.
Per Stefano Sibilla, Ordinario di Idraulica al DICAr – Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, le priorità sono da individuarsi soprattutto nel rafforzamento dell’identità dell’Università e del suo territorio: “Per essere attrattivi dobbiamo valorizzare i punti di forza del sistema Pavia, dove in un perimetro non troppo ampio abbiamo IUSS, gli IRCCS e aziende innovative. È fondamentale il contributo delle imprese soprattutto con l’avvio del Parco Cardano, che favorirà il rilancio del territorio puntando su tecnologia, conoscenza, sapere. Le imprese devono essere coinvolte fin dalla progettazione dei corsi di laurea. Un rapporto costante per cui immaginiamo comitati di indirizzo permanenti per consentire ai nostri studenti di arrivare a inserirsi in azienda. Possiamo anche studiare la possibilità di brevetti comuni, che valorizzino sia la formazione dell’Ateneo che la capacità di innovare delle imprese”.
Per Silvia Figini, Ordinario di Statistica Economica alla facoltà di Scienze Politiche, le priorità si definiscono nell’ambito di formazione e ricerca: “Ai nostri studenti dobbiamo offrire nuove opportunità attraverso i nuovi percorsi di tipo professionalizzante, quali per esempio gli ITS, o con la filiera delle Scuole di Alta Formazione, oppure ancora con tirocini e stage LM+ in azienda, e anche nuove prospettive, insegnando loro a fare impresa, con percorsi di mentorship in cui è proprio l’imprenditore ad aiutarli a realizzare le proprie idee. Dal rapporto con le aziende può nascere una collaborazione per creare nuove attività di seminario o docenza, per una didattica innovativa, che potremmo definire “viva”, calata nella professione, per esempio i dottorati attrattivi, o anche per trovare nuovi finanziamenti, con la partecipazione a bandi di finanziamento congiunti, strumento poco utilizzato ma molto efficace per attivare partenariati nell’ambito della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico”.
Nel suo intervento scritto, Alessandro Reali, Ordinario di Scienza delle Costruzioni al DICAr – Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, ha sottolineato come “L’Università può recitare un ruolo di coordinamento e promozione del sapere e del saper fare, aiutando le imprese a essere competitive grazie a ricerche applicate e progetti congiunti che consentano ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. Grandi opportunità arriveranno da un lato dal Parco Cardano, dall’altro dall’interazione con l’ecosistema dell’innovazione attivo in provincia di Pavia in vari settori importanti, come, per esempio, quello di stampo life science, quello della microelettronica e quello del packaging. Serve costruire una collaborazione bidirezionale dove l’Università inventa e le aziende innovano, che si basi su progetti e obiettivi comuni. L’Università deve potenziare gli strumenti necessari, dai dottorati industriali alla costruzione di progetti di ricerca di interesse per le imprese, dallo sviluppo di idee dall’elevato potenziale applicativo alla loro brevettazione”.